La nostra neolaureata psicologa Letizia Viel ha scambiato due chiacchere con Diego Bertoldo. Da sempre alla ricerca di iniziative per promuovere lo squash, il maestro del Pegaso, già coach della Nazionale Juniores FIGS, sembra avere un’altra idea da mettere sul piatto: 

Ciao coach, dopo le varie guide tecniche, lo squash a scuola, i campi scolastici mobili e i romanzi con protagonista Nick O’Grady sembra tu abbia avuto un’altra idea, Over The Line, giusto?
Ciao Letizia, complimenti per la laurea intanto! Si l’idea è sempre quella di far conoscere e assaporare il nostro squash a più persone possibili. Lo squash sarà alle Olimpiadi di Los Angeles del 2028 e abbiamo la grande opportunità di allargare la platea di praticanti… Over The Line va in questa direzione. 

Puoi dirci di cosa si tratta?
Over The Line, o OTL se preferisci, è un’idea semplicissima, un tipo di gioco condizionato che già utilizziamo in allenamento, ma la mia idea è di trasformarlo in competizioni ad hoc, propedeutiche allo squash vero e proprio, una sorta di “squash dolce” adatto a chiunque. 

Interessante, puoi dirci qualcosa di più specifico?
Partiamo dal fatto che lo squash è uno sport impegnativo, fatto di scatti, cambi di direzione, recuperi estremi. È la sua bellezza, ma può anche diventare un limite. Molti sono frenati da età, acciacchi fisici, scarsa forma o piccole disabilità. In fondo il Padel, tanto in voga ora, essendo in doppio, deve parte della sua espansione all’essere abbordabile da tutti, anche se si sta riscontrando che non è meno traumatico di altri sport.

Quindi Over The Line è la soluzione… Puoi spiegare, in particolare per chi non usa questo tipo di gioco in allenamento, in che cosa consista nella pratica?
Si, detta in italiano “Sopra La Linea”. Non più, quindi, con la palla che deve colpire la parete frontale sopra il Tin (alto 48cm da terra), ma tra la riga mediana di servizio, posta all’altezza di 178cm, e quella di fuori campo posta a 457cm da terra, in pratica quasi tre metri di spazio in cui poter piazzare la palla, direttamente o di sponda come nello squash vero e proprio… senza dover apportare alcuna modifica al campo!

Wow, questo dettaglio lo rende secondo me un’idea ancor più vincente. E quali sono secondo te i benefici di OTL?
Quello, in pratica, di rendere il gioco più “aerobico” e accessibile a tutti. Semplificando il concetto: gli scambi si allungano, mentre diminuiscono le sollecitazioni a carico di schiena e articolazioni. 

Hai già qualche riscontro oggettivo?
Si, abbiamo allestito un primo torneo sperimentale con alcuni giocatori di varie età e categorie e l’esito è stato più che positivo. Sono arrivati in finale un veterano over 45 e uno junior di buon livello, i quali hanno prima disputato un game al 15 Over The Line ed, a seguire, un game al 15 di squash tradizionale. Vuoi sapere l’esito?

Sono curiosa…
Nell’Over The Line ha vinto il veterano 15/6, nel tradizionale lo junior per 15/5 e tutto ciò potendo contare, lo junior, su colpi potenti, attacchi bassi e incisivi e prestanza fisica superiore. Nell’Over The Line gli scambi sono stati molto più lunghi, con conseguente maggiore durata del game.

Qualche altro dato?
Il game Over The Line è durato 12 minuti contro i 7 minuti dell’altro. La media dei colpi per scambio è stata di 14 per il primo e di 7 per il game di squash.

Qualcuno potrebbe obiettare che si può tirare solo ‘lungo’, ma non è così, giusto?
Assolutamente no, si giocano tutti i colpi, corti e lunghi, si usano le altezze del campo. Si usa molto il lob, aumentano i colpi al volo e le finte, viene premiata la buona posizione, la precisione, la lettura e la capacità di anticipo.

Mi hai convinta, io che sono reduce da un fastidioso problema alla schiena mi sa che ripartirò dall’Over The Line…
E noi ti aspettiamo a braccia aperte

[nella foto, il Maestro Federale Diego Bertoldo con i suoi giovani allievi dello Squash Pegaso]
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